Il Parlamento Europeo è tornato, di recente, a dibattere su un argomento già in passato discusso e che forse in molti ricorderanno.

La proposta è quella di standardizzare le porte di ricarica commercializzando un connettore unico, anche a fronte delle insistenze di più Stati membri che hanno constatato, negli anni, l’evasività, a riguardo, dei produttori di dispositivi.

Il fine che si intende perseguire è quello di ridurre, così facendo, la generazione dei rifiuti tecnologici (i cosiddetti “e-waste”) che ogni anno, nella sola Unione Europea, si aggirano intorno ai 51 milioni.

Nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente, questione che si fa, di mese in mese, sempre più stringente, si vorrebbe finalmente formalizzare il tutto dal punto di vista normativo introducendo delle misure vincolanti.

C’è però chi si oppone, a torto – secondo molti. Vediamo di chi si tratta approfondendo l’argomento.

La scelta del connettore USB per la ricarica di tutti i dispositivi

Il connettore unico, se approvato, uniformerebbe le porte di smartphone, tablet e dispositivi portatili, oltre che di e-reader e fotocamere, dando luogo ad un unico e definitivo metodo di ricarica.

Passi in avanti, negli anni, sono stati già conseguiti se si pensa che, dal 2009, il numero di connettori tra cui destreggiarsi è sceso dai 30 di quell’anno a soli 3 – quelli attualmente in circolazione. Si tratta delle seguenti tipologie: USB Type-C, Micro-USB e porta Lightning.

L’idea, tra queste, è di eleggerne una, la USB Type-C, nella fattispecie, affinché un solo tipo di caricatore possa essere compatibile con tutti i dispositivi in vendita sul territorio europeo.

Un progetto di standardizzazione che stenta, tuttavia, a decollare se si considera che negli ultimi dieci anni l’Unione ha cercato di esercitare una spinta in questa direzione senza riuscire, nonostante gli sforzi, ad elaborare normative a riguardo.

I precedenti

A fronte di uno scenario piuttosto complesso ed articolato che vedeva, nel settore della telefonia mobile, praticamente ogni produttore dotarsi di un proprio connettore, nel 2011 si raggiunse una quasi convergenza.

Lo standard micro USB fu infatti eletto, quasi all’unanimità e in maniera volontaria, da diverse aziende che firmarono un accordo in tal senso.

L’Unione Europea, in quell’occasione, si limitò a consigliare caldamente di uniformarsi. Un consiglio che portò molti produttori a muoversi in questa direzione prospettando, per un secondo momento, azioni più stringenti al posto di semplici suggerimenti.

Ma che indusse invece altri a sfruttare, a proprio vantaggio, la mancanza di leggi chiare e definitive in materia.

L’opposizione di Apple e le prospettive future

Apple infatti si oppose e continua ad opporsi tuttora, senza che l’UE possa imporsi, causa il vuoto legislativo, costringendola ad adeguarsi.

Il connettore unico, secondo l’azienda, congelerebbe l’innovazione creando, in aggiunta, fastidi agli utenti, oltre che un ulteriore aumento di rifiuti tecnologici.

Questo perché, ricorda Apple, più di un miliardo di dispositivi da essa prodotti utilizzano, al contrario, il connettore Lightning, ampiamente diffuso anche su una miriade di accessori ad essi associati.

L’azienda di Cupertino teme, pertanto, che la standardizzazione possa arrecare scomodità ai consumatori rendendo obsoleta una tecnologia ormai diffusa. E favorire lo stesso aumento di scarti elettronici e tecnologici che si vorrebbe evitare, nel momento in cui, ricorrendo alla standardizzazione, si andrebbero necessariamente ad introdurre cavi superflui e adattatori esterni per ovviare alle differenze di porte dei dispositivi.

C’è, tuttavia, chi sottolinea come l’insistenza, in direzione contraria, di Apple possa essere dovuta alle ingenti royalties che l’azienda intasca perché ogni accessorio prodotto e dotato di tecnologia Lightning, possa essere certificato “Made for iPhone”.

Un caso? Margrethe Vestager, Commissario alla concorrenza, ha dichiarato che: “Considerati i progressi insoddisfacenti ottenuti dall’approccio volontario, la Commissione a breve darà il via a uno studio per valutare i costi e i benefici delle diverse opzioni”.

Ad ogni modo, considerando i tempi necessari all’Europa per riaprire la questione e portare avanti il suo studio, un’eventuale decisione in merito non giungerà nell’immediato.

Tempo in cui Apple continuerà ancora a giocare secondo le proprie regole.

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