Ci troviamo in un Mondo che sta (finalmente) cercando di cambiare le proprie abitudini dopo decenni di sfruttamenti di risorse senza alcun freno.

Difficile dire quanto tempo ci vorrà, né quanti sacrifici serviranno per arrivare a una certa stabilità dal punto di vista di emissioni, riscaldamento globale ecc., quel che è certo è la necessità di forniture di litio, cobalto e altri metalli necessari per accelerare il passaggio al rinnovabile.

In questo senso, un ruolo fondamentale può essere “interpretato” dall’Intelligenza Artificiale che può aiutare a restringere il campo di ricerca.

Ed è proprio questo che sta facendo la startup americana KoBold Metals, azienda con sede nella Silicon Valley, che ha deciso di utilizzare l’A.I. per alimentare veicoli elettrici e tecnologie rinnovabili.

Chi è la KoBold Metals?

La KoBold Metals, che vede la partecipazione, tra gli altri, di due colossi dell’industria tecnologica come Jeff Bezos e Bill Gates, ha stretto una partnership con la più grande società mineraria del Mondo (BHP Group) per utilizzare la sua tecnologia per individuare il metallo nei depositi.

La collaborazione lavorerà su un’area di oltre 193.000 miglia quadrate dell’Australia occidentale, una regione che, stando alle parole di Kurt House (CEO di KoBold) dovrebbe essere più grande della California.

Su cosa si concentrerà la ricerca? Depositi di rame e nichel che dovrebbero essere sotterrati da 650 piedi a 5.000 piedi sotto la superficie.

Il perché di questa nuova iniziativa che coinvolge l’Intelligenza Artificiale è presto detto: il mondo ha davvero bisogno di nuove forniture di litio, cobalto e altri metalli.

Come funziona l’esplorazione?

Secondo quanto si legge su Axios: “Abbiamo bisogno di circa 10 trilioni di dollari di nuove scoperte di minerali di litio, nichel, cobalto, rame e terre rare solo per essere in grado di elettrificare completamente la flotta di veicoli passeggeri del mondo”.

L’esplorazione mineraria convenzionale si basa sulla raccolta di depositi fisici dai siti sul campo e analisi, ma questo richiede tempo. Secondo una valutazione fatta da Technology Review, solo 1 sito su 100 avrà un deposito da cui si potrà ottenere profitto.

KoBold parte da un approccio di apprendimento automatico che sembra poter aumentare di 20 volte i tassi di scoperta. Per farlo sfrutta 160 anni di dati geologici sparsi e letture di superfici che utilizzano forme di Intelligenza Artificiale in modo da scoprire dove è probabile che si trovino depositi minerari.

La partnership tra BHP e KoBold fa parte di uno sforzo di costruire un portafoglio di “commodities rivolte al futuro” che gestiranno l’economia delle energie rinnovabili.

Ne è un esempio la Rio Tingo, società mineraria anglo-australiana, che sfrutta da tempo l’Intelligenza Artificiale come parte del processo di esplorazione.

Il problema dell’estrazione mineraria

Un problema che si porta dietro questa tecnica è che si tratta sempre di un’estrazione mineraria che comporta rischi politici, questioni relative ai diritti umani e lo sfruttamento dell’ambiente.

È chiaro che questa ricerca è volta all’estrazioni di materiali come litio, cobalto o rame necessari per le nuove tecnologie che comporterebbe, in termini di numeri, la prevenzione del riscaldamento di 2°C e un considerevole risparmio in termini di emissioni.

Da parte sua, però, KoBold si è fatto portavoce di un progetto che non vuole semplicemente sfruttare le risorse di un territorio ma che punta a ottenere il pieno consenso delle comunità.

Leave a Reply