La diagnosi energetica o audit energetico è un’analisi relativa ai consumi energetici di un edificio residenziale, pubblico o commerciale. L’analisi in questione pone all’attenzione costi e benefici e ha come obiettivo la ricerca di migliori opportunità di risparmio energetico.

A chi rivolgersi?

Per poter ottenere un’analisi di questo tipo bisogna rivolgersi a figure professionali. Dal 2016 infatti, sono considerate valide soltanto le diagnosi svolte da Esperti in gestione dell’energia (EGE), da Società di Servizi Energetici (ESCo) o da Auditor Energetici.

Questi soggetti avranno il compito di procedere attraverso tre diverse fasi: prima viene analizzato lo status di fatto, ottenendo così una stima dei consumi medi dell’intero edificio.

Successivamente si procede attraverso l’utilizzo di software specifici. Grazie a questi software è possibile ipotizzare i miglioramenti che si otterrebbero da interventi volti a risanare lo spreco energetico.

Alla fine, il professionista redigerà un documento dettagliato in cui saranno riportati i dati ottenuti dalle analisi e le soluzioni mirate e concrete volte ad aumentare l’efficienza energetica dell’edificio.

Cosa dice la legge

Per alcuni soggetti, come le grandi imprese con ingenti consumi, l’audit energetico è obbligatorio. Una grande impresa è un’impresa che ha più di 250 dipendenti e un fatturato annuo maggiore di 50 milioni di euro.

Secondo il Decreto Legislativo 102/14, ogni quattro anni le grandi imprese sono tenute a presentare una relazione di diagnosi energetica e a redigere una specifica rendicontazione annuale dei risparmi. Lo scopo, in questo caso, è incrementare l’efficienza energetica delle industrie italiane.

Sono esentate dall’obbligo le grandi imprese che hanno adottato sistemi di gestione e conformi EMAS e alle norme ISO 50001 o EN ISO 14001, a condizione che il sistema di gestione in questione includa un audit energetico realizzato in conformità ai dettami del decreto 102/14.

Hanno l’obbligo della diagnosi energetica anche le cosiddette imprese “energivore”, ossia piccole e medie imprese che hanno un rapporto tra costo dell’energia impiegata e fatturato annuo pari al 3%, e un consumo di almeno 2,4 GWh di energia.

Inoltre, riguardo coloro che per legge hanno l’obbligo della diagnosi energetica, sono previste sanzioni da 4000 a 40000 euro per chi non avesse ancora provveduto alla presentazione della relazione.

L’audit energetico, infine, riguarda anche gli edifici pubblici e gli edifici ad uso pubblico che, di recente abbiano subito opere di ristrutturazione edilizia o termica. In questo caso questi devono riguardare una porzione pari al 15% della superficie esterna dell’immobile che racchiude l’intero volume lordo riscaldato.