In un museo, come anche in una galleria d’arte, in una chiesa o in un altro luogo che racchiude quadri, sculture, e più in generale manufatti preziosi e artistici, l’illuminazione dev’essere ancora più curata che negli altri spazi, come i negozi e le case private, in quanto non solo ha il compito di mettere in risalto le opere d’arte, ma anche di NON distrarre il visitatore dalla contemplazione con una luce troppo forte.

Oltre a ciò, un altro fattore da tenere presente è che alcune opere, come ad esempio gli affreschi (vedesi il caso de Il Cenacolo di Leonardo da Vinci), se esposte ad una luce molto intensa, con il passare del tempo possono sbiadirsi oppure rovinarsi in maniera irreparabile.

Ciò si traduce, nei casi migliori, in lunghe sessioni di restauro, che spesso possono prendere anche anni di lavoro, mentre nei casi peggiori, in danni permanenti tali da non poter essere recuperati.

Come illuminare quindi al meglio gli spazi espositivi in modo da proteggere le opere e, nello stesso tempo, evidenziare la bellezza dei locali in cui sono custodite e non distrarre i visitatori? Ecco qualche consiglio.

Sì a luci LED con variatori di luminosità e dispositivi a tempo

Alcune chiese, come ad esempio quella di San Rocco a Venezia, da qualche anno hanno cominciato ad usare luci LED con variatori di luminosità e dispositivi a tempo, questo non solo per impedire gli shock termici, ma anche per evitare che le opere più delicate, come ad esempio i quadri del Tintoretto, rimangano esposte per troppo tempo alla luce diretta.

Se nel tuo museo sono presenti delle opere d’arte delicate o dei materiali sensibili alla luce, come la seta, un’idea potrebbe essere quella di utilizzare questo tipo di illuminazione, che oltre a non essere aggressiva, si attiva soltanto quando necessario (ovvero quando il visitatore passa davanti all’opera d’arte).

Opta per luci non invasive e che si armonizzino con lo spazio esistente

Se la galleria d’arte, il museo o la mostra permanente che gestisci si trova all’interno di un palazzo storico, come il Palazzo Schifanoia di Ferrara, un’altra idea potrebbe essere quella di utilizzare un’unica colonna di titanio, dotata di una base rettangolare e in cui sono installate le luci LED con ottica incorporata.

Questa illuminazione, oltre a non essere invasiva, non richiede opere di muratura né tanto meno intacca i muri e i soffitti, quindi può essere utilizzata nel caso in cui siano presenti uno o più veti architettonici.

Se nel locale sono presenti più opere d’arte che vuoi mettere in risalto, invece di una singola colonna, puoi disporne diverse lungo tutto il perimetro e collegarle tra di loro tramite dei cavi di alimentazione.

Un vantaggio di questo sistema è che, oltretutto, creerai già dei separatori tra il pubblico e i quadri, quindi non dovrai acquistare delle barriere supplementari.

Esposizione temporanea? Prova i proiettori su binario

I proiettori su binario, oltre ad essere molto pratici, sono anche una delle fonti di illuminazioni più adottate dai curatori delle esposizioni temporanee, perché possono essere installati al di sopra di qualsiasi opera senza perdere troppo tempo e tracciano un percorso, secondo la volontà dell’artista, che il visitatore deve seguire per comprendere a fondo il messaggio che il pittore, o lo scultore, vuole dare.

Queste esposizioni, a differenza di quelle permanenti, hanno una durata limitata, quindi la luce diretta non ha il tempo materiale per provocare gravi danni alle opere.

Tuttavia, se i proiettori su binario non ti piacciono o li ritieni troppo forti, in alternativa puoi utilizzare delle piccole applique o, se la mostra si tiene all’interno di un locale dalle pareti candide e sono presenti una o più finestre attraverso cui passa la luce naturale, anche delle lampade da terra, che dovrai sistemare negli angoli di modo da non intralciare i visitatori.

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