L’evoluzione tecnologica sta portando le nostre città ad alcuni cambiamenti radicali.

Il termine Smart City, cioè città intelligente, è intesa in urbanistica come un insieme di strategie di pianificazione tese all’ottimizzazione e all’innovazione dei servizi pubblici.

Tramite determinati cambiamenti è così possibile mettere in relazione le infrastrutture materiali delle città «con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita» (definizione Treccani).

Il sempre più diffuso impiego di nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica, permette di poter raggiungere il fine di migliorare la qualità della vita e di soddisfare le esigenze di cittadini, imprese e istituzioni.

Ma una città intelligente è per forza più sicura?

Siamo disposti a rinunciare a buona parte della nostra privacy per sentirci più protetti? Queste e altre domande fanno parte del dibattito che si è creato attorno all’idea di smart city.

La sicurezza urbana è da sempre un argomento controverso e ampiamente dibattuto che riguarda la gestione delle città. La prevenzione del crimine necessita di risorse umane consistenti e di conseguenza ha costi rilevanti.

Il controllo capillare del territorio è messo in crisi anche dalla possibilità di attacchi informatici da parte degli hackers.

Le unità di intelligence dei paesi occidentali ritengono che sia indispensabile raggiungere una sempre maggiore capacità di prevedere, prevenire e reagire alle potenziali situazioni di crisi.

Questi risultati sono ottenibili attraverso una gestione ottimizzata delle risorse. Quest’ultima avviene tramite l’interconnessione delle infrastrutture e attraverso l’utilizzo di dispositivi come, ad esempio, dispositivi di sicurezza e sistemi di videosorveglianza.

Una simile gestione si basa, sul continuo scambio di dati tra infrastrutture e dispositivi intelligenti che, a loro volta, raccolgono dati degli utenti.

Tra l’altro, la maggiore quantità di informazioni messe a disposizione dei cittadini, insieme alla capacità di comunicazione, hanno alimentato la crescita delle aspettative da parte di questi ultimi per quanto riguarda la fruibilità e l’efficienza dei servizi.

La rapida e capillare diffusione delle informazioni, diverrebbe utile non solo in caso di crisi o allerta, ma anche nella vita quotidiana.

Il rischio di un attacco ai servizi critici di una smart city è molto elevato e, qualora si verificasse, potrebbe generare un serio danno alla privacy dei cittadini. Un aspetto, quest’ultimo, che potrebbe incidere in misura esponenziale sullo sviluppo di un settore.

L’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica ha rilevato nel 2016 una crescita del 9% del cybercrime rispetto all’ultimo semestre del 2015. Inoltre, viene evidenziato dal rapporto che il 57% degli attacchi gravi compiuti contro organizzazioni pubbliche e private sono stati effettuati con tecniche non sofisticatissime dimostrando quanto i nostri sistemi di difesa e protezione siano attualmente inadeguati nell’affrontare eventuali attacchi critici.

Come può rispondere allora una smart city a una situazione di rischio?

Innanzitutto individuando il livello di rischio delle diverse componenti che la compongono:

  • Sicurezza fisica delle infrastrutture della città, compresi gli edifici pubblici e privati e le infrastrutture di comunicazione.
  • Sicurezza informatica per garantire un elevato livello di sicurezza per lo “Urban Cyber Space”, inteso come spazio virtuale di raccolta, elaborazione e scambio delle informazioni, ovvero il “nucleo” indispensabile per la gestione, il comando e il controllo di una città intelligente. La sicurezza nelle comunicazioni (sia a livello dell’informazione trasmessa, sia a livello di mezzo di trasmissione), dev’essere sempre assicurata.
  • Sicurezza delle componenti del trasporto urbano ma anche della loro interconnessione, dei meccanismi di controllo e gestione dei mezzi, delle infrastrutture e dei servizi fruibili. Un servizio di Info Mobility per la gestione e il controllo del traffico urbano dovrebbe essere perfettamente gestito per funzionare al meglio.
  • Sicurezza delle infrastrutture adibite alla produzione pulita dell’energia, al controllo dei consumi e alla riduzione al minimo di eventuali sprechi, tramite la gestione delle Smart Grid.

Recentemente, a progetti di natura prettamente tecnica per garantire la sicurezza dei nostri dati personali, si stanno aggiungendo significativi interventi di tipo normativo.

Il nuovo concetto di privacy by design rende indispensabile la protezione dei dati fin dalla progettazione di un trattamento dati. Le misure dovranno essere adottate durante tutto il ciclo di vita del dato personale, garantendone l’esattezza, la riservatezza e l’integrità.

Se già il tema delle telecamere di sicurezza aveva sollevato diversi dubbi sulla possibile convivenza di sistemi di controllo anti-criminalità con la riservatezza dei cittadini, ora l’argomento delle smart city avrà bisogno di tempo per convincere i cittadini della sua bontà.

Il cambiamento, per molti versi, non si può fermare. L’idea delle città intelligenti ha proporzioni molto più ampie rispetto ai confini nazionali, tant’è che l’Europa ha previsto investimenti di diversi miliardi di euro nei prossimi dieci anni per incentivare le Smart City, vedendole come città di medie dimensioni capaci di coniugare sostenibilità e competitività in risposta alle diverse esigenze elencate.

Se le criticità di questo tipo di innovazione verranno superate, avremo la possibilità di godere di uno stile di vita con livelli di comfort altissimi, in cui le risorse non verranno sprecate e in cui speriamo ambiente e sicurezza ci guadagneranno.

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