Il Regno Unito può vantare un ottimo risultato, raggiunto di recente, nel settore dei trasporti. Il riferimento è alla mobilità elettrica in cui il Paese di Sua Maestà sta muovendo passi da gigante. Basti pensare che a fine luglio 2019 la richiesta di auto elettriche è aumentata nel Regno Unito del 158,1% rispetto all’anno precedente.

Un traguardo frutto di un’attenta e studiata manovra da parte del governo inglese, volta a disincentivare al massimo la circolazione dei veicoli termici nel centro di Londra.

Capitale nella quale la fornitura di combustibile tradizionale è diventata davvero esigua: la City londinese ha oggi quasi la metà di stazioni di servizio per veicolo in meno rispetto alle Highlands scozzesi.

Il merito va soprattutto, nell’aprile del 2019, all’introduzione della Ultra-Low Emission Zone (ULEZ) che ha spinto un numero ingente di automobilisti londinesi verso soluzioni di mobilità innovative dal punto di vista ecologico.

Uno storico sorpasso previsto da Nissan

A conferma di ciò, uno storico sorpasso. Ovvero, le stazioni pubbliche per la ricarica dei veicoli elettrici  hanno superato, in numero, quello delle stazioni di rifornimento di carburante di circa 1000 unità: 9.300 contro 8.400.

Il dato è ancora più sorprendente se si pensa che è avvenuto nel 2019, laddove Nissan lo aveva previsto per l’anno successivo e, precisamente, per agosto 2020.

Una stima fatta nel 2016 da parte della Casa automobilistica giapponese, la prima, con la Nissan Leaf, a puntare sulla mobilità elettrica nel 2010. Il numero di colonnine per la ricarica elettrica è cominciato a crescere, in particolare, dal 2012 in poi.

Da allora, un aumento costante, elevato e progressivo, al ritmo – secondo Nissan – di due nuove stazioni di ricarica elettrica al giorno. Transport for London ne ha installate, da sola, a Londra, più di 1000.

Delle colonnine conteggiate – è opportuno poi sottolineare – più di 1.600 offrono la ricarica rapida. Ovvero, assicurano, in meno di un’ora, la ricarica del proprio veicolo fino all’80%. E, cosa ancora più importante, le stazioni installate sono presenti in maniera diffusa e capillare anche lungo la linea autostradale. Le aree di servizio del Regno Unito, infatti, sono oramai quasi tutte dotate di stazioni di ricarica fast.

Un vantaggio rispetto al nostro Paese dove le colonnine, seppur in costante aumento, stentano però ad essere presenti proprio lungo le autostrade dove servirebbero.

In Italia, pertanto, il “sorpasso” già avvenuto in UK richiederà ancora qualche anno: i nostri distributori di carburante sono, in effetti, ben 21.000 a fronte delle 7.000 colonnine pubbliche per la ricarica elettrica.

Il governo inglese si spinge, tuttavia, ancora oltre, nell’ottica di raggiungere da vicino, per così dire, i singoli utenti e spingerli a dotarsi di veicoli elettrici.

La proposta è infatti quella di installare punti di ricarica in tutte le nuove abitazioni, dal momento che la maggior parte dei guidatori di auto elettriche ricarica il proprio mezzo al momento del rientro a casa. Si tratta, pertanto, di vere e proprie stazioni di ricarica privata.

La progressiva chiusura delle stazioni tradizionali

Un traguardo degno di nota che dimostra come il Regno Unito vada sempre più nella direzione di una completa elettrificazione del proprio territorio.

Ciò va di pari passo con la continua ed inesorabile chiusura delle stazioni di rifornimento tradizionali. Se, ad esempio, nel 1970 se ne contavano 37.539, ad oggi ne sono state chiuse ben l’80%.

Dal 2012 – anno in cui il numero di colonnine elettriche è decuplicato a partire dalle iniziali 933 – le classiche stazioni di rifornimento sono scese da 8.693 a 8.396.

Emblematica, tra le altre, la cessazione delle attività di una delle più vecchie stazioni del Paese, la Bloomsbury Service Station chiusa nel 2008.

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