Entro il 2030, secondo una stima delle Nazioni Unite, 5 miliardi di persone vivranno nelle aree urbane: il 60% della popolazione mondiale si concentrerà nelle città. Si tratta di una stima che porta a necessarie riflessioni sociali e ambientali, tra le quali una di particolare importanza e interesse: come accogliere in città sempre più estese una popolazione sempre più in crescita senza impattare eccessivamente sull’ambiente circostante?

Le nuove città del futuro e quelle attualmente in forte espansione hanno bisogno di strutture abitative e commerciali che siano sostenibili, ad alta efficienza energetica e progettate per un’ottima gestione dello spazio occupato. Tutte queste richieste si sposano bene con una struttura che già conosciamo e che si sta diffondendo anche nelle metropoli italiane: il grattacielo.

L’elemento che maggiormente caratterizza i grattacieli è, senza dubbio, la verticalità. Sviluppare in altezza le strutture non ha, però, avuto un movente puramente “ecologico“: l’obiettivo era quello di riuscire a concentrare il maggior numero di abitazioni e di insediamenti commerciali in una struttura che occupasse la minore quantità di suolo possibile. Infatti, sebbene il consumo di suolo sia attualmente un’importante tematica ambientale, non basta costruire una struttura molto alta per poter affermare che questa abbia un basso impatto ambientale.

Le strutture architettoniche veramente sostenibili hanno bisogno di una progettazione mirata in cui architettura e ingegneria collaborano con l’obiettivo di trovare una configurazione che riesca a sfruttare al massimo il suolo occupato, l’irraggiamento solare e la buona ventosità dei piani alti, così da ridurre i consumi energetici e l’impatto ambientale della struttura.

Grattacielo o città tridimensionale?

In questo contesto si inserisce il nuovo “Vanke Headquarter Tower” a Shenzhen, nel sud-est della Cina. La sede centrale della società immobiliare Vanke Group, progettata dallo studio di architettura olandese MVRDV, non nuova a idee del genere (il Vertical Village del 2009), è una particolare struttura a blocchi interconnessi, con giardini pensili e tetti verdi, che cerca di creare una “città tridimensionale” dal ridotto impatto sull’ecosistema urbano.

Vanke 3D City è un nuovo tipo di grattacielo. Partendo dalle richieste del committente, i due lotti, inizialmente separati, sono stati immaginati uno sull’altro, trasformandoli in una vera e propria Vanke City”, ha dichiarato l’architetto Winy Maas, uno dei tre fondatori di MVRDV. “Abbiamo trasformato l’ordinario in straordinario. Abbiamo progettato edifici con enormi aperture, creando una serie di grandi spazi a disposizione della collettività, con vista sulla baia e sul mondo. Le piazze, i giardini pensili e gli spazi pubblici, sono collegati da una serie di scale ed ascensori, che collegano i blocchi con il tessuto urbano. Una vera città tridimensionale.

L’edificio non è destinato alla sola compagnia committente ma è una struttura ad uso misto con spazi commerciali e aree verdi: una vera e propria città nella città. L’aspetto è abbastanza distante dalle consuete “tower” essendo un insieme di otto blocchi accatastati e interconnessi tra di loro che culmina in un’unica torre alta 250 metri.

Con 167 mila metri quadrati di superficie, il progetto prevede, all’interno dei vari blocchi, l’inserimento di uffici affittabili, spazi commerciali, un ristorante e anche un hotel, oltre a tanto spazio aperto ricolmo di verde. Il design è stato pensato per creare un equilibrio architettonico in cui ogni blocco sia ispirato ai valori fondamentali del Vanke Group: salute, energia, libertà, squadra, verde, natura, futuro e creatività.

Il verde come fonte d’ispirazione

In particolare, il verde e la natura costituiscono un importante elemento che fa da fonte ispiratrice del progetto. I quattro blocchi di base della tower presentano una facciata rientrante rivestita di verde pubblico soprannominata “finestra sul mondo”. Gli spazi verdi si estendono su più piani, incorporando strade e passaggi pedonali e offrendo ombra e ventilazione naturale ai visitatori dell’afosa città cinese. Inoltre, i giardini e i tetti sono stati progettati in modo da trattenere l’acqua piovana: è stato pensato un complesso sistema di raccolta e riciclaggio degli acquazzoni tropicali di Shenzhen, come voluto dal programma cittadino per la prevenzione delle inondazioni (Sponge City Program).

Ciliegina del progetto è la capacità della struttura di integrarsi e far integrare gli edifici circostanti, presenti e futuri: la speranza è che l’ecosistema pedonale, creato dal grattacielo tridimensionale dell’Headquarter Vanke e realizzato attraverso una rete di piazze e passerelle, possa diffondersi e collegare gli altri edifici del quartiere.

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