Situata lontano dalle montagne, dall’oceano e dall’aria pura delle brezze marine, la pianura padana, come pure le principali città del Nord Italia (una su tutte? Milano), è sempre stata in svantaggio dal punto di vista ambientale.

Verso la fine di febbraio 2020 però l’inquinamento atmosferico ha raggiunto dei livelli allarmanti – tra i più alti d’Europa – tanto da spingere le autorità locali ad adottare una combinazione di tattiche per aiutare a respirare di nuovo non solo le città, ma anche la valle del Po.

Perché la pianura padana è una delle aree più inquinate d’Europa: ecco cosa dicono gli studiosi

La pianura padana, secondo quanto affermato da Damiano Disimine, capo scienziato in Lombardia per Legambiente, è situata in una posizione molto infelice per l’inquinamento atmosferico in termini di clima e di geografia.

Qui infatti il vento è molto raro e ci sono episodi frequenti, e prolungati, di inversione climatica. Ciò significa che l’aria è più fredda nelle pianure rispetto alle montagne quindi, di conseguenza, è ferma.

Su scala europea, il livello di inquinamento atmosferico della pianura padana è paragonabile solo a quello della Polonia meridionale, dove esiste un’industria del carbone molto attiva e spaventose fonti di inquinamento.

Cosa stanno facendo le autorità per ridurre l’inquinamento

In Lombardia, le centrali elettriche a carbone sono state chiuse e l’uso di olio combustibile pesante per il riscaldamento è stato vietato per vent’anni.

Nella vasta pianura, che va dagli Appennini alle Alpi, un quarto dell’inquinamento è causato dal traffico stradale, il 45% dal riscaldamento domestico e il resto dalle emissioni industriali e agricole.

La regione produce anche enormi quantità di rifiuti animali, un grande contributo all’inquinamento, e non senza un motivo: nella pianura padana si trova oltre il 40% della produzione casearia e lattiera e più della metà della produzione suina italiana.

Il piano di azione della Lombardia per ridurre l’inquinamento della pianura padana – elaborato in coordinamento con le altre tre regioni che fanno parte della valle – si basa su questi tre fattori:

  • La circolazione dei veicoli sporchi è limitata in alcune aree, soprattutto quando il livello di particelle di polveri grossolane (PM10) supera la soglia per quattro giorni consecutivi.
  • La stessa misura vale per gli impianti di riscaldamento utilizzati nelle case private e negli uffici.
  • Tutte le persone che acquisteranno sistemi di riscaldamento più ecologici, o miglioreranno l’isolazione domestica, potranno ricevere un aiuto finanziario.

Ci sono anche misure per l’agricoltura, perché una reazione chimica tra l’ammoniaca presente nei fertilizzanti e il protossido di azoto dei veicoli diesel costituisce ben tre quarti di queste particelle.

Pianura padana: una situazione “allarmante”

Malgrado queste misure, i livelli di inquinamento della pianura padana hanno già superato il limite dei 35 giorni, andando contro la soglia di tolleranza prefissata dal diritto dell’Unione Europea.

L’handicap climatico e geografico, come dichiarato da Disimine, dovrebbe essere un incentivo a fare di meglio e più degli altri.

Vero, le cose stanno in parte migliorando, soprattutto nella Milano dai cieli grigi, che multa tutti i veicoli che entrano nel centro città e ha anche imposto ai recidivi un divieto di circolare con i propri mezzi nei giorni feriali.

Disimine però ha messo in guardia anche i più ottimisti: la situazione è ancora “allarmante” , in particolare per quanto riguarda il livello di ossido di azoto, del quale è responsabile il traffico.

Ci sono infatti circa 65 auto per 100 abitanti in Italia – e 51,8 a Milano – rispetto alle 36 auto per 100 abitanti che si trovano a Parigi, a Londra e a Berlino.

Le soluzioni a questo problema si trovano nel trasporto pubblico, nel car sharing, nel ciclismo e nel miglioramento delle reti di autobus e dei treni oltre la capitale regionale.

La Lombardia si è prefissata l’obiettivo di raggiungere, o di non superare, il limite dei 35 giorni stabilito dall’Unione Europea entro il 2025.

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