A partire dal 2018 l’industria dell’aviazione commerciale ha rappresentato il 2,5% di tutte le emissioni di gas serra. Fosse stato un paese, quindi, sarebbe al settimo posto di una potenziale classifica tra i più inquinanti.

Per questo motivo, alcuni attivisti del clima hanno iniziato a smuovere numerose critiche a chi utilizza gli aerei per i propri spostamenti.

Due mamme svedesi, per esempio, sono riuscite a convincere 10 mila persone ad impegnarsi a non volare affatto nel 2019, come parte della loro campagna No Fly 2019 (Flygfritt 2019).

Se per lavoro o piacere non puoi rinunciare a un volo in aereo, sarai sicuramente felice di sapere che non tutti gli aerei producono le stesse emissioni.

Al contrario, ci sono compagnie che per il loro impegno a favore dell’ambiente si sono meritate la maglia verde dell’ecosostenibilità, mentre altre che, ancora oggi, sono considerate tra le più inquinanti del mondo.

Per capirne un po’ di più, noi di Cittadiniecologisti abbiamo deciso di mettere a confronto 20 compagnie aeree, tutte quotate in Borsa, e di vedere quello che stanno facendo per combattere il cambiamento climatico.

Qual è stata la compagnia aerea meno inquinante del 2020?

A sorpresa, tra tutte quelle che abbiamo analizzato, abbiamo scoperto che solo EasyJet, una delle compagnie aeree low cost più popolari in Italia, si sta impegnando abbastanza seriamente per mantenere basse le emissioni dei suoi aerei.

Come sottolineato dai vertici della compagnia, questa scelta è stata fatta per soddisfare l’obiettivo principale dell’accordo di Parigi, ovvero portare il riscaldamento globale a meno di due gradi Celsius.

Emissioni degli aerei: c’è ancora molta strada da fare

In generale però, fatta eccezione per il caso di EasyJet, nessuna delle compagnie aeree chiamate in causa sembra avere un piano chiaro su come ridurre le proprie emissioni dopo il 2025.

Tuttavia, come sottolineato anche dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), portare il riscaldamento al di sotto dei due gradi, come richiesto dal Trattato di Parigi, è possibile soltanto se le compagnie aeree riducono effettivamente le loro emissioni.

Alcune compagnie aeree, peraltro, stanno facendo molto di più rispetto ad altre.

In termini di qualità della gestione, Delta, United, Lufthansa e Ana Group, una compagnia aerea che ha la sua sede centrale in Giappone, hanno ottenuto il punteggio più alto.

Air China, China Southern, Korean Air, Singapore Airlines e Turkish Airlines, invece, hanno realizzato il punteggio più basso.

Una compagnia aerea, Wizz Air, ha portato a casa un punteggio basso, ma è stata anche l’unica che ha divulgato più dati sulla sua attività.

Emissioni degli aerei: la classifica dalla più alla meno inquinante

Parlando invece di emissioni previste (in grammi di anidride carbonica per passeggero/chilometro) entro il 2021, le compagnie aeree si sono classificate come segue, dalla più alla meno efficiente:

  • EasyJet: 75.
  • Alaska Air: 87.
  • Qantas: 89.
  • United: 92.
  • Southwest e Jetblue: 98.
  • LATAM: 102.
  • Delta: 104.
  • Lufthansa e Turkish Airlines: 107.
  • Air China: 108.
  • IAG: 112.
  • Japan Airlines: 125.
  • Gruppo ANA: 133.
  • Korean Air: 172.

Per il 2021 non sono stati ancora rilasciati dati da parte di American Airlines, China Southern, Singapore Airlines, Wizz Air e IndiGo.

BBC News, peraltro, ha messo in guardia i suoi lettori dalle prestazioni elevate e decisamente (a suo dire) “troppo green” di EasyJet.

C’è inoltre qualche motivo di cautela sulla virtù del carbonio usato da EasyJet. BBC News ha infatti ricordato che le cifre della classifica si basano sulla CO2 emessa per passeggero/chilometro.

Ciò significa che EasyJet può raggiungere più facilmente gli obiettivi green dell’accordo di Parigi e migliorare le sue prestazioni pro capite rispetto agli altri adottando la seguente tattica: riempiendo i suoi aerei con titolari di biglietti a prezzo ridotto e incoraggiando così una nuova generazione di frequent flyers.

Viaggi in aereo dopo il Covid: cosa ci dobbiamo attendere per il futuro?

L’Associazione Internazionale dei Trasporti Aerei (IATA), secondo quanto riportato da CNN, prevede che il numero dei passeggeri aerei raddoppierà fino a raggiungere gli 8,2 miliardi entro il 2037, il che potrebbe portare ad un peggioramento delle emissioni degli aerei.

Lo studio stesso, tuttavia, costituisce una prova della crescente pressione sul settore aereo per ridurre le emissioni.

È stato finanziato infatti dal Fondo Pensione dell’Agenzia per l’Ambiente, che rappresenta quegli investitori istituzionali che vogliono che i loro soldi finiscano a società che stanno facendo uno sforzo reale per ridurre la loro emissione di carbonio.

In questo modo gli investitori hanno anche lanciato un messaggio chiaro al settore dell’aviazione: le prestazioni ottimali, in termini di emissioni di carbonio, devono essere mantenute sul lungo periodo e non, al contrario, avere una “durata determinata”.

Ciò significa non solo fissare obiettivi di riduzione delle emissioni degli aerei fino al 2030 e oltre, ma anche porre fine alla dipendenza derivata dalla compensazione.

Un dettaglio che, secondo quanto rivelato dallo studio, allo stato attuale non viene applicato dalla maggior parte delle compagnie aeree.

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