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Centrale sul torrente Cervo

centrale torrente cervo

A Biella, nell’Alta Valle, le amministrazioni comunali stanno vagliando diversi progetti per la realizzazione di impianti idroelettrici atti alla produzione di energia sostenibile. Fino a qui tutto bene, direte voi.

Il problema è che queste centraline rischiano di mortificare il paesaggio ambientale, oltrechè, tragedia ben più grave, di prosciugare sotto il livello minimo la portata del torrente sul quale gli impianti saranno prodotti: il Cervo.

Sono infatti cinque le centraline idroelettriche che finora hanno ricevuto l’autorizzazione per la costruzione, più una sesta la quale è in corso di valutazione. Diverse associazioni ambientali, tra cui il Comitato Tutela Fiumi e Legambiente, hanno alzato la voce.

Secondo i portavoce delle associazioni l’operazione è preoccupante e fortemente nociva, giacchè già il 95% dei corsi d’acqua biellesi è in stato di sfruttamento: esclusi i torrenti in alta montagna, ad oggi nessun torrente è indenne.

Tra le centraline idroelettriche più criticate vi è quella a Piedicavallo, piccolo comune della valle. Qui sorgerà – sono partiti a marzo i lavori – la nuova centralina da 384 kilowattora sul torrente Cervo.

Il progetto è stato avviato nel lontano 2010 e dopo un lunghissimo iter burocratico, dovuto anche alle forti critiche portate dagli ambientalisti, i permessi sono stati rilasciati alla Idroelettrica Piedicavallo, la committente dell’opera che riunisce diversi investitori privati della Valle Cervo.

Tra i benefici dell’opera, sostenuti dai proponenti e dall’amministrazione firmataria della concessione, cioè il sindaco di Piedicavallo Carlo Rovazza Prin, il maggiore è la produzione di energia elettrica pulita.

Ma i vantaggi non finiscono qui, perchè la legge destina al territorio che ospita le centraline idroelettriche il 3% dei proventi derivanti dalla produzione di energia – un 3% che, sottolinea il sindaco, “non serve a ‘fare cassa’, come qualcuno poco informato potrebbe sostenere.

La legge infatti impone che le misure compensative (il 3% appunto) non devono essere a carattere meramente patrimoniale e devono essere destinate a miglioramenti ambientali e territoriali oltre che alla sensibilizzazione della cittadinanza sulle tematiche energetiche.”

Per quanto riguarda Piedicavallo, specifica Carlo Rovazza Prin, con tale 3% dei proventi verranno eseguiti i seguenti interventi: “eliminazione dell’attuale vecchio impianto di depurazione delle acque reflue, con conseguente nuovo tratto fognario fino in località Pinchiolo, ove dovrà essere realizzato (prima dell’inizio della produzione di energia elettrica) un nuovo e più efficiente impianto di depurazione.

In tal modo da qui, fino alla sorgente del torrente Cervo al lago della Vecchia, non vi sarà più nessuno scarico e la depurazione sarà notevolmente migliorata, con conseguente sensibile miglioramento ambientale; un nuovo sentiero turistico, anche ciclabile, lungo il torrente Cervo, esterno alla strada provinciale, dal Ponte Pinchiolo fino al parco delle Ravere; sistemazione definitiva e protetta dell’esistente area di atterraggio elicotteri a servizio del Soccorso Alpino, e non solo, in località Ravere; realizzazione, lungo quest’ultimo nuovo sentiero, di un laghetto per la pesca sportiva, integrato con l’esistente area attrezzata per i pic nic. Richiamo di un turismo “familiare” che si affiancherà a quello più di “nicchia” portato dalla riserva di pesca”.

Proprio la Riserva di Pesca Alta Valle Cervo, però, ha aperto una petizione contro il proliferare degli impianti idroelettrici, tra cui quello di Piedicavallo, il quale si sovrappone per 4km alla riserva.

Gli intestatari della petizione precisano che il loro unico obiettivo è di tutelare il territorio e la possibilità di praticare attività in mezzo alla natura.

D’altronde la loro iniziativa, affermano, “non è certamente contraria alla produzione di energie alternative, anzi. E’ contraria invece a quanto fatto finora: cambia infatti l’oggetto ma non la modalità di utilizzo delle risorse naturali, che resta sempre quello di sovra-sfruttamento del territorio”.

Insomma, ci sono pro e contro riguardanti la proliferazione delle centrali idroelettriche e il dibattito continuerà anche in futuro, nonostante i lavori per la realizzazione della centralina di Piedicavallo siano ormai avviati.

La questione è complessa ed è difficile stabilire chi abbia ragione e chi torto. Dal nostro punto di vista, a volte di ragioni ve ne sono tante e di torti nessuno.

L’importante, come sostiene il sindaco di Piedicavallo, è che “tutti noi, ciascuno secondo il proprio ruolo, vigiliamo puntualmente su che ciò avviene”.

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