Quando si parla di sostenibilità ambientale domestica, non si può non nominare il camino ecologico alimentato a bioetanolo.

Il camino a bioetanolo è ad oggi ancora poco conosciuto, ma è una soluzione valida e sostenibile in alternativa al camino tradizionale, il quale nonostante la maggiore efficienza in termini di riscaldamento, comporta una serie di svantaggi ambientali, oltrechè economici e strutturali, che il camino a bioetanolo non ha.

Insomma, se state pensando all’inverno che sta arrivando e vi servono strategie innovative per integrare il riscaldamento delle vostre abitazioni senza un grande impegno economico, per di più contribuendo alla riduzione di emissioni di CO2 e di polveri sottili nell’atmosfera, il nostro consiglio è di valutare la soluzione offerta dall’installazione di un caminetto a bioetanolo.

Innanzitutto, perchè il camino a bioetanolo è una scelta bio?

Perchè il carburante utilizzato da questa tipologia di camini è il bioetanolo, un alcool etilico denaturato prodotto dalla fermentazione di biomasse di scarto provenienti dall’industria agroalimentare, dalle produzioni industriali e agricole o dalla componente organica dei rifiuti urbani.

Il bioetanolo è a tutti gli effetti un combustibile ecologico che durante la combustione sprigiona un potere calorifero senza rilasciare gas nocivi nell’atmosfera, dal momento che rilascia solo quantità minime di anidride carbonica e vapore acqueo.

Oltre a questi vantaggi prettamente ambientali, il camino a bioetanolo presenta qualità domestiche da non sottovalutare. Tra i pregi principali, due assenze al contrario tipiche nei camini tradizionali: l’impiego del bioetanolo non comporta la produzione di ceneri (garantendo una manutenzione comoda e semplice) e l’assenza di fumi.

Il combustibile, infatti, non produce fumi fastidiosi, mantenendo l’aria di casa limpida e respirabile; così, per di più, ci si evita i cattivi odori ristagnanti all’interno dell’abitazione.

L’assenza di fumi ci porta ad un altro aspetto estremamente positivo per quanto riguarda la componente strutturale di un camino a bioetanolo: l’installazione dello stesso, data l’assenza di fumo, non necessita della presenza di cappe o canne fumarie, evitando così al cliente faticose ed impegnative opere di costruzione muraria.

Oltre al guadagno economico, l’assenza della canna fumaria permette che tutto il calore sia diffuso nell’ambiente senza disperdersi nel condotto fumario, permettendo una resa calorifica del biocaminetto pari al 90%.

L’unico obbligo in questo versante è il riciclo dell’aria: l’utente che intende installare un biocamino deve assicurarsi la presenza di una finestra che faciliti il ricambio di ossigeno – o, in alternativa, deve montare il caminetto in ambienti sufficientemente ampi.

Sempre per quanto riguarda i vantaggi strutturali, l’installazione non prevede l’allaccio alla rete elettrica o all’impianto del gas (a meno che non si opti per un modello sofisticato a regolazione elettronica per l’utilizzo) di modo che il caminetto può essere posto, a seconda delle esigenze di riscaldamento o di design, in qualsiasi stanza della casa.

Proprio sul versante del design il camino ha i suoi punti di forza: oltre ai vantaggi puramente materiali, i caminetti ecologici di ultima generazione sono il prodotto della fantasia di esperti designer di arredamento, i quali hanno creato veri e propri modelli in grado di impreziosire il valore estetico della casa.

Ma come funziona, nel dettaglio, un camino a bioetanolo?

E’ molto semplice: la fiamma viene accesa tramite un accendifiamma che preleva il combustibile, cioè il bioetanolo di cui abbiamo parlato, dal serbatoio in cui è contenuto.

Il serbatoio inoltre contiene una pietra porosa fissata alla parete tramite guarnizione; attraverso la pietra porosa il bioetanolo viene assorbito e in seguito rilasciato sotto forma di vapori che, mescolandosi all’aria, vengono bruciati completamente, senza produzione di gas nocivi.

In altre parole il funzionamento del caminetto segue lo stesso principio del fornello ad alcool (la vecchia spiritiera): il bioetanolo contenuto nel serbatoio bagna le pietre porose che, agendo come gli stoppini, consentono la combustione dei vapori dell’alcool, dal discreto potere calorifero – ancora una volta: non inquinante!

Riempire il serbatoio d’altronde è ancora più immediato: essendo il bioetanolo in forma liquida (come dicevamo, è un alcool etilico denaturato) può essere facilmente contenuto e trasportato in taniche atte all’uso.

Per converso, al contrario della legna necessaria ai camini tradizionali, queste taniche non occupano uno spazio che, in ambienti ridotti, può essere davvero eccessivo.

Per quanto riguarda ancora i vantaggi dell’installazione di un caminetto siffatto, è estremamente sicuro. Il bruciatore, elemento fondamentale dell’impianto, che sviluppa l’accensione della fiamma, è realizzato solitamente in acciaio inox, garantendo durabilità e affidabilità alle alte temperatura alle quali è sottoposto.

Per di più, ogni modello di camino a bioetanolo è composto altresì di un sistema di controllo di chiusura del combustibile, assicurando la regolazione manuale dell’altezza della fiamma – oltre che ad evitare l’evaporazione del combustibile quando il camino è spento.

Vantaggi del camino a bioetanolo

Riassumendo quanto detto finora, il caminetto a bioetanolo porta i seguenti vantaggi:

  • nessuna emissione nociva
  • inodore
  • installazione semplice
  • manutenzione praticamente nulla
  • nessun permesso necessario
  • nessuna canna fumaria necessaria
  • reperabilità del bioetanolo
  • impatto estetico notevole

Per quanto riguarda quest’ultimo punto vale la pena parlare delle varie tipologie di caminetto disponibili sul mercato. Le tre principali sono: camini da incasso, da parete, da appoggio.

I modelli da incasso sono i più impegnativi, dal momento che al contrario delle altre due tipologie necessitano di un muro adatto, ossia avente una nicchia disponibile all’incasso del camino, sufficientemente grande.

Ovviamente, non disponendo di uno spazio simile, è necessaria un’opera muraria previa l’installazione. S’intende: è importante, nel caso si volesse usufruire di questo modello, assicurarsi che non vi siano tubature o circuiti elettrici nella parete su cui si vuole incassare il camino.

E’ necessario, insomma, che l’installazione venga eseguita da un tecnico specializzato. Il camino da parete può essere appeso o incassato in un muro. La scelta di questo modello è adatta a coloro i quali, più che il riscaldamento, desiderano ricreare la situazione romantica e piacevole tipica dei camini tradizionali.

Il camino da appoggio, estremamente ridotto per quanto riguarda le misure, ma soprattutto incredibilmente economico (i prezzi partono dai 25 euro per i modelli da tavolo), è consigliato a chi volesse riscaldare le zone perimetrali della stanza non raggiunte dai termosifoni; o come semplice addobbo creativo da installare comodamente sui mobili adatti.

Ricordiamo, però, che il camino a bioetanolo deforma il legno ed è perciò sconsigliabile posizionarlo a contatto diretto con pavimentazioni in parquet.

La scelta della tipologia è assolutamente personale, ma le possibilità sono in grado di soddisfare tutti i gusti. Sicuramente però, nella valutazione dei vari modelli, in occhio cade al prezzo.

Ora, dal momento che il camino a bioetanolo è principalmente un elemento d’arredo, i prezzi sono più correlati alla qualità estetica del prodotto che non alla sua capacità riscaldante.

La resa termica di un camino a bioetanolo è infatti data dalla sua potenza nominale, la quale a sua volta determina i consumi del prodotto. Per fare un esempio, un camino dalla potenza nominale di 3,5 kW scalda ambienti fino a 40 metri quadrati consumando in media 2 litri di bioetanolo ogni tre ore e mezza. I costi del bioetanolo, in Italia, osciallano dai 2,5 ai 4,5 euro per litro.

Prima di lasciarvi alla scelta del vostro modello preferito, un ultimo consiglio: assicuratevi che l’apparecchio abbia l’etichettatura e la documentazione che ne attesti la conformità alla normativa vigente regolante i requisiti di sicurezza, le caratteristiche e le indicazioni tecniche e funzionali (norma UNI 11518).

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